martedì 19 gennaio 2016

Treno, treno delle mie brame, qual è il peggior servizio del reame?

A volte, in risposta ad un mio sfogo più o meno pubblico contro il servizio ricevuto da Trenitalia, qualcuno mi domanda quale sia effettivamente il problema delle Ferrovie dello Stato. Cosa mi faccia talmente incavolare di una offerta di treni, stazioni e personale che generalmente - dopotutto - fa il suo lavoro.

Ebbene venerdì scorso - così ha "voluto" il caso - mi sono imbattuto nel più grande e memorabile disservizio (per usare un eufemismo) che FS sia mai stata in grado di regalarmi. In seguito un breve riassunto.

Acquisto giovedì sera un biglietto online Trieste-Pordenone per il giorno seguente, non sostituibile, ma per un contrattempo non riesco a prendere il treno. Avendo fretta, decido di salire sul treno Trieste-Portogruaro, consapevole di:
- Dover fare un cambio a Portogruaro, prendere il treno P.G.-Casarsa e quindi Casarsa-Pordenone;
- Dover pagare il biglietto e il sovrapprezzo per il biglietto fatto a bordo (5 EUR) per il treno TS-P.G.;
- Dover acquistare un biglietto P.G.-Casarsa;
- Non poter sfruttare il biglietto online già comprato, se non tra Casarsa e Pordenone.

A bordo, mi accorgo di non avere contanti. Nessun problema - penso - pagherò con una carta di debito (si noti: una carta VISA VPay, compatibile con i circuiti PagoBancomat e FastPay).

Il controllore mi dice di aspettare il suo passaggio, ma quando arriva e imposta il POS per il pagamento... TRANSAZIONE NEGATA! Le solite domande di rito "E' sicuro di aver digitato correttamente il PIN?", eccetera... Io sono sicurissimo e non demordo. Secondo tentativo... TRANSAZIONE NEGATA! Insomma: niente da fare.

Nota a margine: tutto il traffico dati relativo al pagamento (attraverso il circuito PagoBancomat) passava dal POS portatile dal controllore, tramite bluetooth (non proprio il massimo della sicurezza!), al suo tablet personale, potenzialmente pieno di falle, bug e privo di protezioni informatiche di alcun tipo. Inoltre, il dispositivo non era soggetto ad alcun controllo o politica di cyber-security aziendale. Insomma, un colabrodo.

Vengo infine addirittura minacciato "Guardi che se la terza transazione non va a buon fine devo farle un verbale!". Faccio presente che non solo sono certo del PIN e della disponibilità di liquidità, ma pure che il problema potrebbe essere della rete telefonica, del circuito di pagamento, della configurazione dei dispositivi eccetera. Per magia il controllore è diventato accomodante e servizievole: è preoccupato che possa rimetterci lui le penne per i pagamenti annullati - visto che "il problema, al massimo, è mio - non suo!" (sue parole). E ancora "qui, al confine con la Slovenia, la rete telefonica non prende mai bene!"

Propongo, addirittura, di ricaricare una MasterCard prepagata sfruttando la connessione 3G del mio tablet e l'accesso ai servizi di home banking, e di provare con quella se eventualmente il problema fosse stato legato alla tessera VISA.

Ma ora è lui che insiste, e vuole a tutti i costi che usi la stessa carta. Accetto, ma ad una condizione: che si scelga almeno il circuito VPay, al posto di quello PagoBancomat. E tutto va a meraviglia!

Conto finale: 8.75 EUR di treno e 5 EUR di sovrapprezzo. Ma accetto volentieri: so che può capitare di perdere un treno e il sovrapprezzo ci sta. Dopotutto il biglietto a bordo è una comodità extralusso! 

Andando via, il controllore - gentilissimo - mi dice di non acquistare il biglietto da Portogruaro a Casarsa "dal momento che raramente fanno controlli e - al massimo - spiegando la situazione, il treno perso e questo mio consiglio, non le faranno storie".
Penso: dopotutto, lo sta dicendo un pubblico ufficiale dello Stato, nell'esercizio delle sue funzioni; cosa mai dovrò temere.

Ma la prudenza non è mai troppa e, spinto dal senso civico e dal presentimento che avrei preso sicuramente una multa, ho acquistato lo stesso il biglietto - "contravvenendo" a quanto consigliato dal pubblico ufficiale.

A Portogruaro salgo sul treno che mi avrebbe portato a Casarsa attraverso i campi veneto-friulani al tramonto: un "Minuetto" da due vagoni con 9 persone a bordo. Già: 9 contando me e... il controllore (che in un battibaleno ha voluto vedere il biglietto di tutti).

Per mettere alla prova il consiglio del Rappresentante dello Stato, ho raccontato l'accaduto fingendomi sprovvisto del biglietto, e concludendo con un "... ma io il biglietto l'ho acquistato lo stesso! Ho fatto bene?".
Ovviamente sì: al controllore non sarebbe cambiato niente; io, però, oltre al sovrapprezzo del primo biglietto avrei dovuto pagare la multa per il secondo, trascurando i possibili malfunzionamenti del POS, sempre in agguato.

Da lì in poi, il rientro è stato tranquillo.

Tirando le fila della situazione, ho speso 5 EUR (circa il 70% del costo del biglietto) per un biglietto fatto a bordo (invece che alle macchinette malfunzionanti della stazione), in una buona ventina di minuti, dopo due tentativi andati a vuoto per problemi tecnici e il terzo andato a buon fine per una botta di culo. Senza considerare il rischiato "verbale", il voltafaccia del controllore e il suo consiglio truffaldino.

Ho risparmiato i soldi di una multa facendo esattamente l'opposto di quanto suggerito, avendo la prova finale del fatto che se il controllore ti dice "Paga!" e tu non lo fai, allora hai mancato di rispetto ad un pubblico ufficiale, mentre se lui ti dice "Stai tranquillo!" e tu lo fai, lui è un ballista - ma impunito - e la multa la bevi pagare tu.

Dopotutto, però, pagare il biglietto è giusto: loro ti danno un servizio e tu li ricompensi. Se non hai pagato, è giusto essere multato: loro avrebbero avuto una perdita perché tu non hai rispettato il contratto. Però solo se sei tu a sbagliare. Loro sono intoccabili.

Ora, a ripensarci, mi sento stranamente entusiasta delle mie disavventure, perché almeno ho avuto la conferma tangibile di una tesi da me sempre sostenuta.
Perché se un generale si può giudicare dal comportamento dei suoi luogotenenti e delle sue truppe, allora, mi dispiace, ma questa volta il General Trenitalia ha proprio fatto una gran figura di merda!

giovedì 3 settembre 2015

Inno alla Libertà

E' finalmente arrivato il momento di scrivere il primo post dell'esperimento online che è questo blog... e come tutti i buoni esperimenti, non ho idea di quale sarà il suo esito finale.
In ogni caso, per iniziare, vorrei pubblicare un riassunto di quello che può essere considerato uno dei miei credo fondamentali: l'amore per la Libertà - propria e altrui -, il suo rispetto, la sua costruzione proattiva.

L'idea di scrivere questo "Inno alla Libertà", che trovate di seguito, mi è venuta grazie ad un progetto lanciato a gennaio dal mio amico Antonio G.P. (http://agponblog.blogspot.it/) per promuovere lo scambio di idee e il dibattito riguardo ai temi più disparati. Proprio per questo motivo, lo potete trovare pubblicato anche sul suo blog.


INNO ALLA LIBERTA'


La Libertà non è un valore, né è una scelta, né uno stato di cose. 
È un principio metodologico. 

La Libertà è lo spazio vuoto dove i valori possono esistere e costituisce il fondamento dell'etica che ci chiede di mettere in pratica detti valori. 

La Libertà non è un colore; è la luce che pone i colori in essere e dà loro senso.
Come senza luce non ci sono colori, così senza Libertà non vi è etica. 

La Libertà sta alla base delle scelte e del libero arbitrio, ed è il primo passo verso la responsabilità individuale.
La Libertà, infatti, ci dà potere - e a maggior potere si accompagnano maggiori responsabilità. 

La Libertà non è limitata: si limita da sé per definizione. 
La Libertà è la possibilità di fare ciò che si vuole, nel presente, senza impedire agli altri di fare altrettanto nel presente e nel futuro. 

La Libertà è totale e assoluta, ed è costituita di diritti negativi: quelli che non coinvolgono gli altri senza il loro esplicito consenso. 

La Libertà è il più completo dominio dell'individuo su di sé, e la più completa assenza di interferenze indesiderate da parte degli altri. 

La Libertà non prevede alcun padrone o maestro che sta sopra agli altri e che sa cosa è giusto o sbagliato per ognuno. 

La Libertà è pura razionalità, poiché è logicamente coerente, non-contraddittoria e universale: non si rivolge alla maggioranza, ma a tutta l'umanità. 

La Libertà si difende da sola, poiché ciascuno è libero di opporsi a ciò che non la rispetta. 
Ma deve essere garantito che chi la viola sia danneggiato il meno possibile, e che la violazione sia eradicata quanto prima e più a lungo. 

La Libertà promuove il dibattito, la conciliazione, la pace, il benessere, la ricchezza, la salute, il rispetto e la felicità al grado più alto, per ogni singolo uomo. 

La Libertà non cerca compromesso. 

La Libertà è libera, e null'altro.